19 MARZO #PILLOLEDICULTURA #IORESTOACASA #DETTIEPROVERBI

19 marzo

Sènt Jusef,
zèna e va a lètt

A San Giuseppe,
cena e va a letto

I detti romagnoli nascono dalla vita contadina; dato che a marzo le giornate si sono allungate, si lavora in campagna fino a tardi, si cena più tardi ed è già giunto il momento di andare a dormire.
Tratto da E. Baldini, G. Bellosi “Calendario e tradizioni in Romagna”, ed. Il Ponte Vecchio


Mërz marzott,
lóngh é dé quant dla nòt

Marzo marzotto
lungo il giorno quanto la notte

In marzo è ormai evidente che le giornate si siano notevolmente allungate, per approdare fino all’equinozio in cui il giorno dura tanto quanto la notte e, dal giorno successivo, il giorno durerà più della notte.
Tratto da E. Baldini, G. Bellosi “Calendario e tradizioni in Romagna”, ed. Il Ponte Vecchio



Chi ch’à un zzòch bon
U l’tègna par marzzôn

Chi ha un ceppo buono
Lo tenga per marzone

Marzo è un mese di transizione e spesso imprevedibile: può serbare piacevoli sorprese di giornate assolate e tiepide, addirittura calde, ma anche giornate o intere settimane in cui sarà necessario accendere di nuovo il camino…
Tratto da E. Baldini, G. Bellosi “Calendario e tradizioni in Romagna”, ed. Il Ponte Vecchio



Mêrz sótt, abril bagnê
Marzo asciutto, aprile bagnato

Secondo questo antico detto della cultura romagnola, se a marzo non piove, ad aprile servirà spesso l’ombrello.
Tratto da E. Baldini, G. Bellosi “Calendario e tradizioni in Romagna”, ed. Il Ponte Vecchio



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